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Parrocchia San Pietro - Abbiategrasso

 

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Acceglio (CN)

2° Turno
LA RICETTA DELLA MAMMA


Prendere 33 zucche colorate, una carotina, sei deliziosi animatori, due graziose galoppine, un abile manutentore, un prete e mescolate intensamente sino ad ottenere un impasto omogeneo e ben amalgamato.
Aggiungere acqua piovana a volontà per diluire; un pizzico di fantasia e bagnare il composto con del buon vino rosso (meglio se prima ben rinfrescato nelle acque di un torrente nelle vicinanze).
Mettere il tutto in forno (meglio se ad alta quota) per una settimana a temperatura moderata.
Sfornare e lasciare riposare per farlo riprendere da eventuali "bruciature". Spalmare con polvere di stelle raccolte una notte al sorgere di Saturno.
Ed ora un assaggio. Il sapore? Beh, inconfondibile: è il sapore del vento!!!
Cosa è accaduto durante la settimana di cottura è il segreto della ricetta, ma vale la pena svelare qualcosa.
Una mitica settimana in cui abbiamo vissuto la stupenda esperienza di un campeggio alquanto "insolito".
Il giorno stesso dell'arrivo quando si guardava in giro piuttosto stupito e scettico di fronte alle domande del 1° gioco d'introduzione preparato per questo "tremendo" campo scuola. "Sei più bosco o mare?", "ti senti più coltello o forchetta?", "Barca a remi o tavola da surf?".
In un'aria di grande indecisione si cercava di capire il perché di questa o quella scelta: emergeva in ognuno un lato profondo del proprio carattere con un denominatore comune a molti: una gran voglia di libertà. Che sorprese quando ciascuno ha disegnato ciò che vedeva dentro di sè tenendo gli occhi chiusi : una carota, una ragazzina vestita di rosso, un frisbi, dei draghi, uno schermo nero. Quante differenti personalità! Bello scoprirsi diversi e cercare di capirsi a vicenda.
Un'altra affascinante esperienza è stata quella dell'attesa. Lo sperimentare, durante una gita, come Abramo, l'attesa di una promessa: quel lago blu che non arriva mai, mai, mai, ma che forse ha aiutato a capire che nonostante salite e fiatoni si raggiungono le vette, procedendo passo passo, ma senza fermarsi mai.
Qualcosa certo non ha riscosso molto successo: il gioco del "massaggio fronte-tempie" per la scoperta "dell'altro" non è piaciuto a molti (anche se qualcuno è stato reso felice, io lo so!).
Comune a tutti lo sforzo di capire meglio , il tentativo di cambiare se stessi e il rapporto con gli altri nell'amicizia (anche lavando piatti, posate, scavando canaletti per l'acqua piovana ecc...).
Il resto del segreto non lo si può svelare a parole: l'esperienza è da vivere.
Grazie a tutti.


Alessandra Mancini

 

3° turno

Chianale 1994 : che giorni particolari !!!
Chiudiamo gli occhi per cinque minuti e ritorniamo al 1 agosto, per capirne la diversità con i precedenti turni per giovani e famiglie.
I primi giorni di campeggio sono stati caratterizzati dalla “convivenza” di giovani ed adolescenti; i momenti di campo (giochi, falò, ...) e la gita ci hanno sicuramente aiutato ad approfondire le amicizie, a capirci per meglio poter affrontare il prossimo anno oratoriano.
Speriamo che questo periodo sia servito davvero a tutti !
Che pochi siamo rimasti alla partenza degli adolescenti: pensavamo fosse iniziato un 3° turno “sotto tono”, ma presto abbiamo compreso che se c’è voglia di fare, i numeri non contano più. Le iniziative infatti sono state diverse: il giro in Francia, l’emozione di cavalcare, il “roller”, veglia alle stelle ...
Nella seconda settimana alcune famiglie si sono aggiunte per vivere l’esperienza del campeggio.
Ma mentre vi racconto queste storie, i giorni in campeggio stavano passando e qualcosa di strano e diverso, dai 3° turni degli anni precenti, stava emergendo.
Neanche noi riuscivamo a capire che cosa ci stesse accadendo di preciso, ma la risposta è nata durate una discussione serale. Infatti se da un lato non abbiamo ritrovato nel Don un leader che desse l’impronta e lo stile al campeggio, anche il nostro modo di vivere la Comunità spesso non era autentico. Questo clima si respirava soprattutto nelle iniziative personali o di piccoli gruppi, nella libertà con la quale era gestito il momento del “deserto”....
Se non hai partecipato al 3° turno non fermarti qui a leggere queste righe, perchè non è finito tutto così tragicamente. Infatti, durante una riunione pensata appositamente per il confronto su queste situazioni, è stato molto bello e qualificante che quasi tutti abbiano contribuito per quella che poi si è dimostrata una correzione fraterna.
Il comune denominatore che ha caratterizzato la serata, è la tensione e l’attenzione alla vita spirituale che ciascuno di noi deve coltivare (come dovere di cristiano).
E’ per questi motivi che è possibile dire che ne è valsa la pena di partecipare al 3° turno 1994 e ad invitarti se non c’eri !!!


Guido Ferrario