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Nato a Rovello Porro il 21 marzo 1945,
ordinato il 28 giugno 1969,
Vicario Parrocchiale a San Pietro dal 1969 al 1983,
Parroco a S. Ambrogio di S. Giuliano Milanese dal 1983 al 1989,
Parroco a S. Amborogio di Paderno Dugnano dal 1989.
Dal 1987 Presidente dell'Associazione
Alberio
In occasione del suo XXV di ordinazione
Giugno 1994
Don Luigi giunse ad Abbiategrasso, sua prima destinazione sacerdotale, in un
periodo particolare sia sotto l’aspetto ecclesiale che sociale. La comunità
giovanile e tutta la chiesa erano in quegli anni caratterizzate e percorse da
profondi mutamenti e da esperienze spesso tra loro contrastanti, sintomo
comunque della consapevolezza di doversi mettere in discussione di fronte ai
problemi sociali. In questa situazione ben si inserisce l’esperienza della
comunità abbiatense che vide don Luigi sempre impegnato in prima persona con
tutti i rischi derivanti.
La necessità di confrontarsi e di prendere una posizione precisa di fronte ai
gravi problemi di carattere sociale e sindacale (difficile integrazione dei
numerosi gruppi di meridionali. disoccupazione in crescita, ...) portò la
comunità giovanile tutta, ed il suo responsabile in prima persona, a subire
critiche sia dall’interno della comunità parrocchiale che dall’esterno in quanto
scelte e prese di posizione, talvolta radicali, erano mal considerate. Quegli
anni inoltre furono ricchi di esperienze culturali e di impegno sociale come la
proposta di cicli di film d’essai, le scuole serali per adulti, il doposcuola
per bambini in difficoltà, le prime esperienze di oratorio itinerante (cascine e
rioni più poveri della parrocchia), ecc...
L’ambiente oratoriano stava via via trasformandosi da luogo esclusivamente
riservato ai bambini a vero e proprio centro di formazione per tutti, senza
distinzione di età e, infatti, sempre più persone venivano avvicinate e
coinvolte, indipendentemente dalle origini socio-economiche e culturali. Anche
il periodo estivo divenne un momento importante nella vita comunitaria e
l’esperienza di vacanze insieme (campeggio) affiancate da altre proposte (campi
di lavoro estivi esperienze personalizzate) divennero non esclusivamente momento
di svago e riposo, ma piuttosto occasione di confronto e riflessione per
impostare un nuovo anno di vita comunitaria.
Particolare importanza nel cammino della comunità giovanile rivestì l’esperienza
vissuta in occasione del terremoto che colpì il Friuli, quando il periodo estivo
venne impegnato partecipando a campi di lavoro in quella regione finalizzati a
coadiuvare gli abitanti nell’opera di ricostruzione.
Grande impulso ebbe anche la crescita spirituale della comunità che ricercava,
forse inconsciamente, un momento forte e qualificante. In questa fase di
ricerca, passando attraverso la recita giornaliera di preghiere in comune, si
giunse a reclamare una celebrazione Eucaristica giornaliera fortemente
caratterizzata; momento che rimase poi nella tradizione parrocchiale.
Tutte queste iniziative rivolte ai giovani ed agli adulti non andarono a scapito
dei naturali utilizzatori dell’ambiente oratorio: i bambini, nei confronti dei
quali furono sempre rivolti la massima attenzione e i maggiori sforzi.
La vita oratoriana conobbe infatti momenti di grande rilevanza sia in termini
numerici che di qualità delle proposte. Proprio il coinvolgimento di sempre più
persone permise di formulare proposte articolate rivolte a tutti i bambini della
parrocchia ed alle loro famiglie. In questa direzione vanno interpretati anche
gli sforzi rivolti al settore sportivo sia come partecipazione diretta alle
società sportive operanti sul territorio sia come offerta di attrezzature
sportive (campo di calcio, palestra, piscina...) Grande attenzione venne rivolta
ai soggetti meno fortunati con il coinvolgimento diretto nella vita oratoriana
di alcuni bambini portatori di handicap.
Ci piace pensare che queste ed altre esperienze vissute da don Luigi insieme a
noi, abbiano contribuito, insieme a quelle vissute in altri ambienti, ad
arricchirlo sia come uomo che come sacerdote.
Un gruppo di giovani
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