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Incontro degli
animatori dell’oratorio estivo INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI Carissimi animatori, sono particolarmente contento che quest’anno
la nostra festa si concluda con questo momento di preghiera all’interno della
nostra chiesa Cattedrale. Non capita tutti i giorni di vedere il Duomo colmo di
ragazzi e ragazze pieni di vita, desiderosi di vivere insieme l’avventura
dell’Oratorio estivo a servizio dei più piccoli. Carissimi, voi – sì proprio voi
– siete un segno di speranza per la nostra città di Milano e per tutta la nostra
diocesi. Rappresentate tutti quei giovani che non vogliono rassegnarsi ad essere
pigri, svogliati, incapaci di prendere decisioni per il loro futuro: in una
parola tristi. No! Con il vostro entusiasmo, la vostra voglia di mettervi in
gioco, col desiderio sincero di prendervi cura dei più piccoli, date anche a noi
adulti una forte testimonianza di impegno e serietà! Di questo, come vostro
vescovo, voglio ringraziarvi, unendomi al ringraziamento dei vostri preti, dei
responsabili dei vostri oratori, delle famiglie dei bambini ai quali dedicherete
tanto tempo durante quest’estate. Battibaleno: il dono prezioso del tempo Tanto tempo… sì, perché l’Oratorio estivo non
è un’esperienza breve o limitata nella vostra estate: esso vi coinvolge tutto il
giorno, per tante settimane, colorando di entusiasmo, ma anche di qualche
inevitabile stanchezza, i mesi estivi. E proprio sul tempo vorremo riflettere in
questo Oratorio estivo. Ricordate certamente come due anni fa abbiamo alzato i
nostri nasi all’insù per contemplare le stelle alla scoperta di quel Padre che
abita «nei cieli». Ma non vogliamo essere gente con la testa tra le
nuvole, perciò l’anno scorso abbiamo camminato con i piedi ben appoggiati a
terra, percorrendo in lungo e in largo, cioè sottosopra la nostra casa comune.
Eh sì, negli ultimi due anni abbiamo proprio descritto brevemente com’è ciascun
uomo: un essere della terra, che aspira e che desidera il cielo! Ma se ci pensiamo bene, c’è almeno un’altra
caratteristica del nostro essere uomini e donne, ragazzi e ragazze: è il tempo.
su A volte - penso forse alla
scuola – sembra che non passi mai; altre volte – quando ci divertiamo, quando
stiamo con i nostri amici – ci sembra che scorra troppo in fretta; tanto o poco
che sia, veloce o lento, il tempo accompagna ogni nostra azione, ogni nostro
progetto, ogni nostro desiderio. E così l’estate 2011 sarà l’estate di
Battibaleno. Spesso, alla fine dell’estate, alla vigilia di ritornare a scuola e
di riprendere tutte le attività quotidiane, girandoci indietro abbiamo
l’impressione che il tempo sia passato… in un battibaleno, appunto! Che ci sia
sfuggito, come la sabbia che scorre tra le dita. Quest’anno non vogliamo invece
che sia così, ma vogliamo gustare ogni attimo della nostra estate. Ma come è
possibile fare questo? Chi ci può insegnare a cogliere il valore di ogni istante
del nostro tempo? Questo è quanto vogliamo chiedere come dono al Signore Gesù. È
anche quanto ci suggerisce il sottotitolo dell’Oratorio estivo di quest’anno:
Insegnaci a contare i nostri giorni. È una frase del salmo 90, che poco fa
abbiamo pregato insieme. Contare i giorni significa rendersi conto che ogni
giorno è singolare, è unico, irripetibile, in una parola è un dono da non
sprecare. Ma al verbo contare possiamo dare anche il significato di pesare o
valutare: perché – se ci pensiamo bene – è proprio così: ogni giorno è pieno di
incontri, di relazioni, di attività, di sguardi… quante persone incontriamo
nelle nostre giornate, quante parole ascoltate e dette, quanti gesti di
attenzione offriamo agli altri e riceviamo a nostra volta. È proprio così: ogni
giorno è riempito di tanti doni ed è proprio un peccato non accorgerci di essi.
Ecco allora il cammino di questo Oratorio estivo: imparare a gustare ogni attimo
perché abitato da tante presenze e da tanti doni. Forse qualcuno adesso starà pensando che non
proprio tutti i momenti, durante l’Oratorio estivo sono così belli e positivi.
Bellissimi sono i giochi con i bambini, i loro sorrisi, le gite fatte insieme;
ma come chiamare belle le giornate di pioggia, o i momenti in cui nessuno ti
ascolta mentre cerchi di spiegare un nuovo gioco? Sono proprio un dono le lunghe
riunioni degli animatori, dove emerge sempre qualche stanchezza e qualche
tensione? E forse, per essere proprio sincero, qualcuno, tra i momenti più
faticosi dell’Oratorio estivo potrebbe anche pensare ai momenti di preghiera… In realtà ogni momento è un dono, anche i più
faticosi, anche quelli più oscuri. È un dono, anzitutto perché ci è stato
donato, non lo abbiamo fabbricato noi. A noi è dato il compito di renderlo
pieno, di trasformarlo in qualcosa di positivo, di simpatico e di costruttivo. E in ogni momento noi possiamo scoprire che la
nostra vita è accompagnata da una presenza discreta ma realissima: quella di
Gesù. Ce lo ha assicurato proprio lui: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo!». La compagnia e l’esempio dei santi
su Nell’avventura della nostra
estate si faranno compagni di viaggio alcuni personaggi che hanno preso sul
serio la parola di Gesù e hanno vissuto bene nel loro tempo, diventando per i
loro contemporanei una benedizione e un esempio. Li conosciamo bene: sono i
santi. Benedetto da Norcia, Chiara di Assisi, Carlo Borromeo, Giovanni Bosco – i
santi che quest’estate vi faranno quasi viaggiare nel tempo – vi insegneranno
che il segreto della felicità sta nel fare bene le cose di tutti i giorni,
gustando attimo per attimo quanto ci viene offerto e proposto. Il segreto della
santità non sta nel fare cose straordinarie, ma nel fare le cose quotidiane in
modo straordinario. Carissimi, vi sarete accorti che ho citato
solo quattro santi. In realtà ce n’è un quinto, che conoscerete nell’ultima
settimana di Oratorio estivo. Io non conosco il suo nome, ma sono sicuro che
ciascuno di voi lo conosce bene. Come è possibile che io non lo conosca e voi
sì? Perché è proprio di voi che sto parlando e del vostro nome! Sì, carissimi,
proprio a questo il Signore ci chiama: a essere santi! Santi «del nuovo
millennio», secondo la felice espressione del beato Giovanni Paolo II. Io santo?
Sì, proprio tu, proprio ciascuno di noi! E come si fa a diventare santi? Ce lo
suggerisce san Carlo, a cui affideremo tra poco tutti insieme in modo speciale i
nostri oratori. Si tratta di vivere al cento per cento ogni momento della nostra
esistenza, prendendo sul serio l’assicurazione di Gesù: «Io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo!». + Dionigi card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano |