| |
La seconda Visita Pastorale del Cardinale
Schuster avvenne il 30/31 agosto 1941.
Date oggi impensabili se teniamo presente l’esodo di massa che si verifica in
tale periodo e si era ormai in piena seconda guerra mondiale: i giovani al
fronte, e a casa tanta povertà e penuria di viveri.
Lo stesso Cardinale nel suo libro di memorie della S. Visita, descrive così il
suo passaggio : “A SAN PIETRO DI ABBIATEGRASSO” “Dopo d’aver atteso agli annui
SS. Esercizi spirituali a Rho insieme colla religiosa famiglia dei suoi Oblati,
l’Arcivescovo nel pomeriggio di sabato 30 agosto ritorna nuovamente ad
Abbiategrasso, per compiervi la S. Visita nella parrocchia di S. Pietro.
Come è stato detto, in origine S. Pietro era l’antica ed unica chiesa
parrocchiale del paese. Fu solo tra i secoli XV/XVI che la novella chiesa di S.
Maria, più centrale e meglio servita, cominciò a far concorrenza alla madre,
sino al punto di attrarre a sè tutta 1’importanza religiosa ed il concorso dei
fedeli. S. Carlo non potè fare altro che
sancire una posizione di fatto. Il piccolo cerchio di case attorno a S. Maria
venne adunque attribuito alla parrocchia novella, mentre tutto il resto del
paese e del suo vasto territorio campestre, fu lasciato a S. Pietro.
Ne segue anche adesso una distribuzione e divisione geografica assai strana. Il
punto centrale di Abbiategrasso appartiene a S. Maria; tutto il resto, fino al
ponte del Ticino, a S. Pietro: così i fedeli della estrema periferia del
paese,oltre la strada ferrata, per recarsi alla loro parrocchiale di S. Pietro
debbono prima attraversare tutta la parrocchia di S. Maria, per indi raggiungere
la chiesa loro al capo opposto di Abbiategrasso.
Le SS. Cresime sono state N. 420; le SS. Comunioni circa un migliaio. Al
venerando e vecchio parroco, un arzillo montanaro più che ottantenne, che ancora
adesso dimostra giovanile energia, il Cardinale ha tanto più raccomandato la
cura delle associazioni parrocchiali, quanto più -ha detto- riesce difficile il
governo spirituale della parrocchia, così mal distribuita, con una chiesa
affatto insufficiente e con molte popolose frazioni disseminate per la campagna,
ma troppo distanti dalla chiesa parrocchiale.
Tra questi gruppi di abitazioni, ce n’è una dove trovasi la chiesa di S. Rocco
al di là della ferrovia. L’Arcivescovo vi si è recato per la S. Visita, ed ha
ammirato sull’altare un buon quadro cinquecentesco rappresentante S. Rocco. Il
santo, anzichè in abito da povero pellegrino, ha invece i lineamenti
aristocratici e veste da nobile patrizio veneziano.
La chiesa è ricca di molte e insigni sacre Reliquie, che per 1’occasione della
S. Visita veggonsi esposte sui vari altari. La situazione religiosa degli
abitanti attorno alla chiesa, stringe il cuore del Cardinale. Quella frazione
presso il passaggio a livello della ferrovia, trovasi tra Castelletto e il
vecchio castello di Abbiategrasso. La gente non può frequentare la propria
parrocchia di S. Pietro, perché è troppo distante.
D’altra parte, la chiesa di S. Rocco, dove recasi per la Messa festiva e pel
catechismo, può contenere appena 150 persone, mentre gli abitanti di quel centro
importante, alle porte di Abbiategrasso,sorpassano il migliaio.
Di tutta codesta gente, quasi spiritualmente abbandonata, alcuni frequentano la
piccola chiesa parrocchiale di Castelletto, da cui trovansi distanti appena
qualche minuto di strada.
In conclusione, ecco una popolazione già sufficiente a formare parrocchia a sè,
la quale, in mezzo a tre chiese, finisce per non appartenere al gregge di
alcuno.
Anche qui, come a Rho, sarebbe necessario che il clero di Abbiategrasso
studiasse maturamente e risolvesse l’arduo problema della cura pastorale alla
periferia”.
Fin qui lo scritto dell’Arcivescovo.
Come si vede in questa sua seconda visita ha posto la sua attenzione sul
quartiere della Riva, ma dovevano passare altri tre decenni prima che si
risolvesse il problema.
|