Parrocchia San Pietro - Abbiategrasso
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GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2014 Messaggio del Papa Cari fratelli e sorelle, oggi c’è ancora moltissima gente che non
conosce Gesù Cristo. Rimane perciò di grande urgenza la missione ad gentes, a
cui tutti i membri della Chiesa sono chiamati a partecipare, in quanto la Chiesa
è per sua natura missionaria: la Chiesa è nata “in uscita”. La Giornata
Missionaria Mondiale è un momento privilegiato in cui i fedeli dei vari
continenti si impegnano con preghiere e gesti concreti di solidarietà a sostegno
delle giovani Chiese nei territori di missione. Si tratta di una celebrazione di
grazia e di gioia. Di grazia, perché lo Spirito Santo, mandato dal Padre, offre
saggezza e fortezza a quanti sono docili alla sua azione. Di gioia, perché Gesù
Cristo, Figlio del Padre, inviato per evangelizzare il mondo, sostiene e
accompagna la nostra opera missionaria. Proprio sulla gioia di Gesù e dei
discepoli missionari vorrei offrire un’icona biblica, che troviamo nel Vangelo
di Luca (cfr 10,21-23). 1. L’evangelista racconta che il Signore inviò i settantadue discepoli, a due a due, nelle città e nei villaggi, ad annunciare che il Regno di Dio si era fatto vicino e preparando la gente all’incontro con Gesù. Dopo aver compiuto questa missione di annuncio, i discepoli tornarono pieni di gioia: la gioia è un tema dominante di questa prima e indimenticabile esperienza missionaria. Il Maestro divino disse loro: «Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre”. (…) E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”» (Lc 10,20-21.23). Sono tre le scene presentate da Luca. Innanzitutto Gesù parlò ai discepoli, poi si rivolse al Padre, e di nuovo riprese a parlare con loro. Gesù volle rendere partecipi i discepoli della sua gioia, che era diversa e superiore a quella che essi avevano sperimentato. 2. I discepoli erano pieni di gioia,
entusiasti del potere di liberare la gente dai demoni. Gesù, tuttavia, li ammonì
a non rallegrarsi tanto per il potere ricevuto, quanto per l'amore ricevuto:
«perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20). A loro infatti è stata
donata l’esperienza dell’amore di Dio, e anche la possibilità di condividerlo. E
questa esperienza dei discepoli è motivo di gioiosa gratitudine per il cuore di
Gesù. Luca ha colto questo giubilo in una prospettiva di comunione trinitaria:
«Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo» rivolgendosi al Padre e rendendo a
Lui lode. Questo momento di intimo gaudio sgorga dall'amore profondo di Gesù
come Figlio verso suo Padre, Signore del cielo e della terra, il quale ha
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti, e le ha rivelate ai piccoli (cfr Lc
10,21). Dio ha nascosto e rivelato, e in questa preghiera di lode risalta
soprattutto il rivelare. Che cosa ha rivelato e nascosto Dio? I misteri del suo
Regno, l’affermarsi della signoria divina in Gesù e la vittoria su satana. Dio
ha nascosto tutto ciò a coloro che sono troppo pieni di sé e pretendono di
sapere già tutto. Sono come accecati dalla propria presunzione e non lasciano
spazio a Dio. Si può facilmente pensare ad alcuni contemporanei di Gesù che egli
ha ammonito più volte, ma si tratta di un pericolo che esiste sempre, e che
riguarda anche noi. Invece, i “piccoli” sono gli umili, i semplici, i poveri,
gli emarginati, quelli senza voce, quelli affaticati e oppressi, che Gesù ha
detto “beati”. Si può facilmente pensare a Maria, a Giuseppe, ai pescatori di
Galilea, e ai discepoli chiamati lungo la strada, nel corso della sua
predicazione. 3. «Sì, o Padre, perché così hai deciso nella
tua benevolenza» (Lc 10,21). L’espressione di Gesù va compresa con riferimento
alla sua esultanza interiore, dove la benevolenza indica un piano salvifico e
benevolo da parte del Padre verso gli uomini. Nel contesto di questa bontà
divina Gesù ha esultato, perché il Padre ha deciso di amare gli uomini con lo
stesso amore che Egli ha per il Figlio. Inoltre, Luca ci rimanda all’esultanza
simile di Maria, «l’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in
Dio mio Salvatore» (Lc 1,47). Si tratta della buona Notizia che conduce alla
salvezza. Maria, portando nel suo grembo Gesù, l’Evangelizzatore per eccellenza,
incontrò Elisabetta ed esultò di gioia nello Spirito Santo, cantando il
Magnificat. Gesù, vedendo il buon esito della missione dei suoi discepoli e
quindi la loro gioia, esultò nello Spirito Santo e si rivolse a suo Padre in
preghiera. In entrambi i casi, si tratta di una gioia per la salvezza in atto,
perché l’amore con cui il Padre ama il Figlio giunge fino a noi, e per l’opera
dello Spirito Santo, ci avvolge, ci fa entrare nella vita trinitaria. Il Padre è la fonte della gioia. Il Figlio ne
è la manifestazione, e lo Spirito Santo l’animatore. Subito dopo aver lodato il
Padre, come dice l’evangelista Matteo, Gesù ci invita: «Venite a me, voi tutti
che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra
di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per
la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (11,28-30).
«La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si
incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal
peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo
sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1). Di tale
incontro con Gesù, la Vergine Maria ha avuto un’esperienza tutta singolare ed è
diventata “causa nostrae laetitiae”. I discepoli, invece, hanno ricevuto la
chiamata a stare con Gesù e ad essere inviati da Lui ad evangelizzare (cfr Mc
3,14), e così sono ricolmati di gioia. Perché non entriamo anche noi in questo
fiume di gioia? 4. «Il grande rischio del mondo attuale, con
la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza
individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di
piaceri superficiali, dalla coscienza isolata» (Esort. ap. Evangelii gaudium,
2). Pertanto, l’umanità ha grande bisogno di attingere alla salvezza portata da
Cristo. I discepoli sono coloro che si lasciano afferrare sempre più dall'amore
di Gesù e marcare dal fuoco della passione per il Regno di Dio, per essere
portatori della gioia del Vangelo. Tutti i discepoli del Signore sono chiamati
ad alimentare la gioia dell’evangelizzazione. I vescovi, come primi responsabili
dell’annuncio, hanno il compito di favorire l’unità della Chiesa locale
nell’impegno missionario, tenendo conto che la gioia di comunicare Gesù Cristo
si esprime tanto nella preoccupazione di annunciarlo nei luoghi più lontani,
quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio, dove vi
è più gente povera in attesa. In molte regioni scarseggiano le vocazioni al
sacerdozio e alla vita consacrata. Spesso questo è dovuto all’assenza nelle
comunità di un fervore apostolico contagioso, per cui esse sono povere di
entusiasmo e non suscitano attrattiva. La gioia del Vangelo scaturisce
dall’incontro con Cristo e dalla condivisione con i poveri. Incoraggio, pertanto
le comunità parrocchiali, le associazioni e i gruppi a vivere un’intensa vita
fraterna, fondata sull’amore a Gesù e attenta ai bisogni dei più disagiati. Dove
c’è gioia, fervore, voglia di portare Cristo agli altri, sorgono vocazioni
genuine. Tra queste non vanno dimenticate le vocazioni laicali alla missione.
Ormai è cresciuta la coscienza dell’identità e della missione dei fedeli laici
nella Chiesa, come pure la consapevolezza che essi sono chiamati ad assumere un
ruolo sempre più rilevante nella diffusione del Vangelo. Per questo è importante
una loro adeguata formazione, in vista di un’efficace azione apostolica. 5. «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7).
La Giornata Missionaria Mondiale è anche un momento per ravvivare il desiderio e
il dovere morale della partecipazione gioiosa alla missione ad gentes. Il
personale contributo economico è il segno di un'oblazione di se stessi, prima al
Signore e poi ai fratelli, perché la propria offerta materiale diventi strumento
di evangelizzazione di un’umanità che si costruisce sull’amore. Cari fratelli e
sorelle, in questa Giornata Missionaria Mondiale il mio pensiero va a tutte le
Chiese locali. Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione! Vi invito
ad immergervi nella gioia del Vangelo, ed alimentare un amore in grado di
illuminare la vostra vocazione e missione. Vi esorto a fare memoria, come in un
pellegrinaggio interiore, del “primo amore” con cui il Signore Gesù Cristo ha
riscaldato il cuore di ciascuno, non per un sentimento di nostalgia, ma per
perseverare nella gioia. Il discepolo del Signore persevera nella gioia quando
sta con Lui, quando fa la sua volontà, quando condivide la fede, la speranza e
la carità evangelica. A Maria, modello di evangelizzazione umile e gioiosa,
rivolgiamo la nostra preghiera, perché la Chiesa diventi una casa per molti, una
madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un nuovo mondo. Padre Alberto dalla Guinea Bissau Sono Alberto Padre Bilopaz. Vi scrivo questa
lettera per semplicemente salutare voi nel nome del Signore. Devo molto a voi e
a tutti i parrocchiani della parrocchia di San Pietro Abbiategrasso. E colgo l'occasione per augurarvi Buona Festa
della Assunzione della Madonna al cielo. Questa ricorrenza ci ha portato pace e
felicità. Ciao! IL SALUTO DELLE CONSORELLE ALLA NOSTRA Suor Ada MISSIONARIA PER 40 ANNI IN BRASILE
Oh, Madre, fonte d'amore, fammi provare lo stesso dolore perchè possa piangere con te.
Fa’ che il mio cuore arda Nell’amare Cristo Dio per fare cosa a lui gradita. Suor Ada, al secolo Michela Giovanna
Giaccone, è nata a Chiusa Sclafani (PA) nel 1938. Nel 1960 chiede di entrare a
far parte della nostra Congregazione delle Suore Teatine. Già nel noviziato,
completato nel 1962, si distingueva per il suo carattere dolce e buono e con un
pizzico di buon umore che si esprimeva con battutine sincere e piacevoli. Da
professa è stata in diverse case della Congregazione svolgendo soprattutto
incarichi di sorveglianza delle minori, ricoverate in Istituto, sempre
trattandole con spiccato senso materno e comprensivo affetto. Nell'anno 1969/70 è incaricata come Maestra
delle Novizie e sa farsi benvolere per la sua attenzione e dolcezza nelle
inevitabili correzioni. Ma nel 1971, dietro sua risposta all'appello delle
Superiori, viene inviata come missionaria in Brasile. Non si scoraggia se deve completamente
cambiare tenore di vita ed imparare una nuova lingua. E' convinta, come poi ha
sempre ripetuto, del detto Paolino :"Tutto posso in Colui che è la mia forzal" E
così la nuova vita la trova sempre serena e sorridenle, intercalando, a volte
delle frasi in siciliano per far ridere le giovani che, essendo povere, vengono
accolte nella nostra casa in Brasile e le segue con amore ed attenzione,
specialmente educandole ad una vita civile e cominciando ad inculcare i primi
elementi della vita cristiana. Sarà poi affidata a lei la responsabilità
della casa e perciò viene eletta superiora e svolge questo nuovo compito con lo
serenità, prudenza, capacità e sapienza che l'hanno sempre contraddistinta. Vivrà in Brasile, certamente aiutata da altre
consorelle venute dall'Italia, quasi quarant'anni sempre lieta e soddisfatta di
potere allargare i confini del Regno di Dio, e perciò tante giovani chiedono di
far parte della Congregazione. Veniva in Italia quasi ogni tre anni per
stare un poco con i suoi familiari (e passava sempre qualche settimana anche
nella nostra parrocchia con le sue sorelle), ma aveva sempre la voglia di
tornare presto alla sua Missione. Ma la nota che l'ha sempre segnalata era la
preghiera e la sua umiltà perché lavorava sempre con il sorriso e per lei tutte
le fatiche erano cose normali. Purtroppo nel 2011, dovrà ritornare in Italia
perché non riesce a portare più avanti il suo lavoro per motivi di salute, ma il
suo cuore è rimasto in
Cara Suor Ada, oggi ti siamo vicine con un
po' di tristezza e di dolore, ma ti vorremo sempre bene e ci conforta il
pensiero che ora, che certamente sarai più vicina al tuo Bene, pregherai di più
per noi ed intercederai, Presso il Signore e la Vergine Santissima, perché
vengano nella nostra Congregazione tante giovani che incarnino il tuo ideale e
vivano seguendo il tuo esempio. Ringraziamo con tutto il cuore il nostro Padre
del Cielo per averci dato la grazia di vivere con te e di averti dato il dono di
amarlo sempre.
Le Tue Consorelle.
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